Proroga CAT NAT

Proroga CAT-NAT: tutto sulla proroga del governo e le novità per le imprese

Il 2025 segna un importante punto di svolta per le imprese italiane in materia di copertura assicurativa contro le calamità naturali. Con la pubblicazione del Decreto-Legge 31 marzo 2025, n. 39, il governo ha ufficializzato la proroga dell’obbligo CAT NAT, prevedendo un calendario scaglionato per l’adempimento in base alla dimensione aziendale. Questa decisione si inserisce nell’ambito della Legge di Bilancio 2024 (Legge n. 213/2023), che ha introdotto nuove regole per garantire la protezione del tessuto produttivo nazionale dai rischi naturali.

Obbligo CAT NAT: di cosa si tratta?

L’obbligo CAT NAT riguarda la stipula di una polizza assicurativa obbligatoria per tutte le imprese, con sede legale o stabile organizzazione in Italia, a copertura dei danni derivanti da calamità naturali: terremoti, frane, alluvioni, eventi meteorologici estremi e incendi.

L’obiettivo dell’obbligo assicurativo è duplice: da un lato, ridurre l’esposizione economica dello Stato in caso di emergenze; dall’altro, promuovere la resilienza e la continuità operativa delle imprese colpite da eventi catastrofali. Restano escluse le imprese agricole, in quanto già disciplinate da una normativa specifica in materia di rischi e calamità naturali.

Inizialmente previsto per il 2024, l’obbligo assicurativo CAT NAT è stato posticipato con scadenze differenziate per tipologia d’impresa. Questo per permettere alle imprese, soprattutto quelle più piccole, di adeguarsi gradualmente al nuovo obbligo, sostenendo nel frattempo costi e oneri assicurativi in modo sostenibile.

Le nuove scadenze sono così articolate:

Proroga CAT NAT 2025: cosa prevede il nuovo decreto

Come sono classificate le imprese?

La classificazione delle imprese segue la Direttiva (UE) 2023/2775, e si basa su tre parametri fondamentali: numero di dipendenti, fatturato annuo e totale di bilancio.

Micro impresa

Dipendenti <10
Fatturato annuo/bilancio: ≤ 2 milioni di euro

Piccola impresa

Dipendenti <50
Fatturato annuo/bilancio: ≤ 10 milioni di euro

Media impresa

Dipendenti <250
Fatturato annuo/bilancio: ≤ 50 milioni di euro o ≤ 43 milioni di bilancio

Grande impresa

Dipendenti ≥ 250
Fatturato annuo/bilancio: ≤ 50 milioni di euro

Industria

Mancato adempimento

Le imprese che non stipulano una polizza CAT NAT entro le scadenze previste perderanno automaticamente l’accesso a contributi pubblici, agevolazioni fiscali e incentivi legati a calamità naturali. La proroga concessa dal governo ha lo scopo di dare più tempo alle PMI per adeguarsi, evitare squilibri economici nelle aree più a rischio e permettere alle assicurazioni di offrire soluzioni più accessibili.

Dare più tempo alle PMI per adeguarsi

Le piccole e medie imprese spesso non hanno strumenti o risorse per affrontare rapidamente nuovi obblighi normativi. La proroga permette loro di informarsi, valutare le opzioni assicurative e pianificare l’adeguamento con maggiore consapevolezza.

Evitare distorsioni economiche

Le aziende in zone a rischio pagano premi assicurativi più alti rispetto a quelle in aree sicure. Senza una fase transitoria, queste imprese subirebbero un onere economico sproporzionato. La proroga consente di valutare soluzioni più eque e strumenti compensativi a livello territoriale.

Strutturare offerte competitive e accessibili

Le assicurazioni devono sviluppare prodotti calibrati sulle diverse esigenze delle imprese italiane. Con più tempo a disposizione, possono costruire soluzioni su misura e sostenibili. Questo favorisce una maggiore adesione e garantisce la reale efficacia della misura.

Per concludere

La proroga CAT NAT 2025 rappresenta una misura strategica che consente alle imprese italiane di adeguarsi gradualmente a un nuovo scenario di rischio climatico e ambientale. Le calamità naturali sono sempre più frequenti, e proteggersi è diventata una necessità non solo economica ma anche operativa. 

Grazie alla suddivisione per dimensione aziendale, il governo ha introdotto un modello più equo, in grado di tutelare anche le micro e piccole imprese che costituiscono l’ossatura dell’economia italiana.